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venerdì 28 ottobre 2011

Brindisi, nascono gemelle ma il «Perrino» è pieno neonata trasferita a Bari

 - Parto gemellare, giorni fa, all’ospedale “Perrino” di Brindisi, con la venuta al mondo di due splendide bambine. Sin qui, tutto nella norma (di eventi simili ne capitano quotidianamente), se non fosse però che, subito dopo la nascita, le due gemelline sono state subite divise: una è rimasta al’ospedale “Perrino” di Brindisi, l’altra è stata trasferita al Policlinico di Bari. Il motivo? Non c’era spazio per tutte e due!!! In un periodo di tagli... spropositati, capita - purtroppo - anche questo. E pazienza se poi i genitori sono costretti a barcamenarsi da una parte all’altra, percorrendo decine e decine di chilometri al giorno (anche più volte in ventiquattrore), pur di alternarsi nella cura di una figlia, senza trascurare l’altra. Il discorso vale soprattutto per la madre delle gemelline che, dovendo allattare entrambe le figliolette, ha incontrato (e sta incontrando ancora) serie difficoltà e tanto stress e fatica nel doversi spostare ogni giorno tra Brindisi e Bari. Non è certo roba da poco, specie se si considera che la nascita delle gemelline è avvenuta sabato 15 ottobre e che, forse solo nella mattinata di oggi (ma non è ancora certo), le due gemelline si ricongiungeranno con mamma e papà nella loro casa a Brindisi. 
E, quindi, dopo ben 9 giorni di vera e propria odissea. Il loro, peraltro, non è un caso isolato: la donna, infatti, ha sottolineato che al Policlinico di Bari c’è anche una giovane donna di Lecce che ha dovuto partorire giocoforza a Bari (e, quindi, a 150 chilometri di distanza) perchè nel capoluogo salentino (così come a Brindisi) non c’era neppure un posto in ospedale. Con questo, non vogliamo certo gettare la croce addosso all’ospedale “Perrino” di Brindisi, nè tantomeno ai due reparti di Ostetricia e Neonatologia che non hanno alcuna colpa se non dispongono di posti-letto sufficienti a far fronte ad eventuali periodi “prolifici” (come, evidentemente, quello in corso) dal punto di vista delle nascite. Ogni responsabilità, al contrario, va addebitata al piano di riordino predisposto dalla Regione Puglia al fine di recuperare i “debiti” accumulati per il mancato rispetto del “patto di stabilità”. I tagli, in altre parole, operati dal Governo centrale e periferico nel settore della sanità non solo impediscono che possano incrementarsi i posti-letto negli ospedali regionali (almeno, in quelli che sono... sopravissuti), ma addirittura portano ad un loro impoverimento. E, a prescindere se i tagli stessi siano giusti e legittimi o meno, fa davvero male dover vedere una giovane famiglia affrontare simili sacrifici (che, per carità, per i figli si fanno anche volentieri) per tanti giorni consecutivi. 

fonte la gazzetta del mezzogiorno


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